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Cos’è l’overtourism

Un afflusso eccessivo di turisti che si concentrano in una determinata area influenzandone in modo negativo il modo di vivere: alla scoperta dell’overtourism, anche dal punto di vista psicologico e antropologico, una piaga ormai diffusa in tutto il mondo… Verona compresa! Tra le soluzioni, l’Emerald Green Residence!

Cos’è l’overtourism? L’overtourism è il fenomeno che si verifica quando il numero di turisti in una destinazione supera la capacità del luogo di gestirli in modo sostenibile, causando impatti negativi sull’ambiente, sulle infrastrutture, sulla qualità della vita dei residenti e sull’esperienza dei visitatori, compromettendo l’equilibrio tra i benefici economici del turismo e il benessere della comunità locale.

L’overtourism, quindi, si verifica quando il turismo, invece di apportare benefici economici e culturali, inizia a creare problemi significativi. Questo accade quando troppi visitatori si concentrano in poche aree, causando disagi ai residenti, deterioramento delle attrazioni turistiche e impatti ambientali dannosi. Si parla di overtourism quando la presenza turistica diventa insostenibile, provocando problemi di congestione, inquinamento e alterazione degli stili di vita locali.

Come combattere l’overtourism?

Per contrastare l’overtourism, è fondamentale distribuire i flussi turistici in modo più equilibrato. Una delle soluzioni è scegliere alloggi situati fuori dal centro storico, ma ben collegati. L’Emerald Green Residence di Caldiero è un’ottima scelta in questo senso: si trova a breve distanza da Verona, ma lontano dal caos del centro. Con un parcheggio videosorvegliato, la fermata dell’autobus di fronte e la stazione dei treni a soli quindici minuti, l’Emerald Green Residence offre un soggiorno comodo e rilassante, ideale per chi voglia esplorare Verona senza contribuire all’overtourism. Dotato di appartamenti vacanze spaziosi e confortevoli, il green residence è la base perfetta per un’esperienza autentica e sostenibile nella città dell’amore.

La storia dell’overtourism

Il concetto di overtourism è relativamente recente, ma i suoi sintomi si sono manifestati in diverse località già da decenni. Con l’aumento del turismo globale, facilitato dai voli low-cost, dall’espansione delle crociere e dalla crescita delle piattaforme di affitti brevi, molte città e siti naturali hanno iniziato a sperimentare un afflusso eccessivo di turisti. Luoghi come Venezia, Barcellona e le isole greche sono diventati simboli dell’overtourism, con residenti che protestano contro le folle insostenibili e governi locali che introducono misure per limitare l’accesso ai visitatori.

Il concetto di overtourism è stato formalmente introdotto intorno al 2010, ma è diventato popolare e ampiamente riconosciuto nel 2017 grazie al World Travel and Tourism Council (WTTC) e all’organizzazione di viaggi responsabili Responsible Travel. La parola è stata coniata per descrivere il crescente problema del turismo eccessivo in destinazioni popolari, dove l’afflusso di turisti stava iniziando a superare la capacità di questi luoghi di gestirli in modo sostenibile.

Uno dei primi a utilizzare esplicitamente il termine overtourism è stato Harold Goodwin, un esperto di turismo responsabile, che ha contribuito a definire il concetto durante conferenze e pubblicazioni sul tema del turismo sostenibile. Il termine ha rapidamente guadagnato attenzione mediatica e accademica, diventando un argomento chiave nelle discussioni su come bilanciare lo sviluppo turistico con la conservazione delle destinazioni e la qualità della vita dei residenti.

Nel mondo: cos’è l’overtourism?

Il concetto di overtourism è relativamente recente, ma i suoi sintomi si sono manifestati in diverse località già da decenni.

A livello globale, l’overtourism ha colpito molte delle destinazioni più popolari. Ad esempio, la città di Amsterdam ha introdotto una tassa sul turismo e ha limitato l’apertura di nuovi negozi di souvenir nel centro storico. Anche l’isola di Bali ha affrontato gravi problemi di sovraffollamento, con spiagge e templi che faticano a gestire il numero elevato di visitatori. Recentemente, anche Barcellona e Praga hanno cominciato ad affrontare il problema, adottando una serie di strategie quali la diminuzione dei posti letto turistici nel centro storico o il divieto di costruire nuovi hotel… L’overtourism non crea, inoltre, problemi solo nelle città: l’afflusso turistico ha esercitato gravi pressioni anche su parchi naturali come Yosemite negli Stati Uniti e il Parco Nazionale di Komodo in Indonesia.

L’overtourism in Italia

In Italia, l’overtourism è evidente in molte città d’arte e località turistiche famose. Venezia è probabilmente l’esempio più eclatante, con milioni di turisti che affollano le sue strette calli e canali, mettendo a dura prova la città e la qualità della vita dei residenti. Anche Firenze, Roma e le Cinque Terre affrontano sfide simili, con un numero di visitatori che supera di gran lunga quello dei residenti, causando problemi di vivibilità e sostenibilità.

Cos’è l’overtourism a Verona?

Anche Verona, famosa per l’Arena e la Casa di Giulietta, non è immune all’overtourism. Durante la stagione turistica, le strade del centro storico possono diventare estremamente affollate, rendendo difficile per i turisti godere appieno delle bellezze della città e causando disagi ai residenti. L’afflusso continuo di visitatori ha portato a un aumento dei costi e a una trasformazione del tessuto urbano, con negozi storici che lasciano il posto a esercizi commerciali rivolti esclusivamente ai turisti.

Esempio per eccellenza dell’overtourism scaligero, la Casa di Giulietta, ogni giorno visitata da migliaia di turisti che trascorrono in fila, nella stretta quanto importante strada di passaggio che è via Cappello, ore e ore; per non parlare del continuo imbrattamento della Casa da parte degli stessi, convinti, chissà perché, che lasciare il proprio nome con un pennarello sulla pietra li farà ricordare per l’eternità…

Cos’è l’overtourism secondo psicologi e antropologi

La psicologia e l’antropologia esaminano l’overtourism sotto diverse angolazioni, concentrandosi principalmente sugli effetti sociali, culturali e psicologici che il turismo eccessivo può avere sulle comunità locali, sugli individui e sulle dinamiche interpersonali. Ecco come viene affrontato:

Impatto psicologico sui residenti

Gli psicologi studiano gli effetti dell’overtourism sui residenti locali, inclusi lo stress, l’ansia e il senso di alienazione. L’afflusso continuo di turisti può portare i residenti a sentirsi sopraffatti e a perdere il senso di appartenenza al loro ambiente, che diventa dominato da presenze temporanee e da cambiamenti imposti per soddisfare le esigenze dei visitatori.

Modifiche ai comportamenti sociali e culturali

Gli antropologi analizzano come l’overtourism alteri le pratiche culturali, le tradizioni e i rituali di una comunità. Il turismo eccessivo può “disneyficare” la cultura locale, semplificando o modificando le tradizioni autentiche per attrarre turisti e facendogli perdere così il loro significato originale.

Senso di identità e appartenenza

In ambito psicologico e antropologico, viene esplorato come l’overtourism influisca sul senso di identità dei residenti. La pressione di adattarsi alle aspettative turistiche può spingere le comunità a cambiare il loro modo di vivere, portando a un conflitto tra la necessità di preservare l’autenticità e la realtà di dover convivere con il turismo massiccio.

Comportamenti di resistenza e adattamento

Psicologi e antropologi studiano anche le strategie di resistenza e adattamento adottate dalle comunità locali. Questo può includere la chiusura di negozi per turisti a favore di spazi per i residenti, la creazione di movimenti comunitari per limitare il turismo, o l’adozione di misure per ridurre l’impatto dei visitatori sulla vita quotidiana.

Effetti sulle relazioni interpersonali

L’overtourism può influire sulle relazioni tra i residenti e i turisti, così come tra gli stessi residenti. Psicologi sociali esplorano come la presenza costante di turisti possa creare tensioni, ridurre la coesione comunitaria e portare a sentimenti di sfruttamento o di invasione della privacy.

Alienazione e perdita del senso del luogo

Quando si parla di cos’è l’overtourism, infine, li antropologi parlano di “placelessness”, un concetto che descrive la perdita del senso del luogo dovuta alla commercializzazione e all’omogeneizzazione dei luoghi turistici. Le destinazioni possono perdere le loro caratteristiche uniche e trasformarsi in spazi indistinguibili da altre località turistiche globalizzate.

E quindi, che fare?

Che l’overtourism sia ormai parte del tessuto dei nostri centri è un dato di fatto. Questo non vuol tuttavia dire che debba semplicemente essere accettato o vissuto come un male incurabile: le possibilità di evitarlo ci sono, basta semplicemente informarsi e, di conseguenza, effettuare scelte più lungimiranti e più… individuali.

Tenendo sempre presente che, essendo la vita una ruota che gira, se oggi i turisti con il pennarello in mano siamo noi, probabilmente domani saremo solo dei cittadini che si lamenteranno dell’eccessivo turismo maleducato delle nostre città…

Emerald Journal

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